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La torre del Castello di Avella

Foto di Roberto Monachello.com

"Presso il vecchio Castello di Avella"

  Quattro Visioni per piano solo   (2015)

 

 

 

 

  Prima visione (ai piedi della grande torre).

 

  Seconda visione (all'interno del castello).

 

  Terza visione (una eco).

 

  Quarta visione (...e all'improvviso un barbaglio).

 

"Avrò avuto circa 8 o 9 anni quando per la prima volta, insieme a dei miei amici di scuola di allora decidemmo di andare 'ngopp o castiell. Ricordo che l'emozione era forte già durante il tragitto. Si parlava su cosa avremmo trovato e la fantasia di noi bambini di allora non aveva limiti. Giungemmo ai piedi della torre e le sensazioni che ebbi  furono di timore, meraviglia, stupore, incredulità. Scrutammo tutto intorno alla ricerca di ipotetici, fantasiosi e inesistenti tesori e alla fine decidemmo di giocare a nascondino. Il posto era perfetto!

Durante il corso degli anni sono ritornato più volte "su al Castello" e sempre da solo. Ogni volta il "vecchio di pietra" (così come mi piace chiamarlo adesso) era lì a smuovere "qualcosa" nel mio profondo. Ho deciso così di raccontarvi attraverso  "Le quattro Visioni per piano solo" quel "qualcosa" e quelle emozioni che come dei "déjà vu" sono apparsi improvvisi e fugaci nella mia memoria".

 

                                                                                                  Oderigi Lusi

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Prefazione del Maestro Giulio Marazia (compositore e direttore d'orchestra)

Ci sono esperienze musicali che hanno la straordinaria qualità di avere una valenza doppia. La prima è quella artistica, la seconda è di tipo storico ed è quella che vede un rilancio o riproposizione di generi praticati e non. L’aspetto artistico e l’apprezzamento di esso sono connessi senza dubbio al gusto degli ascoltatori ed anche alle tendenze estetiche del tempo che viviamo. Da questo punto di vista definire la musica di Oderigi Lusi non è semplice come non lo è cercare di dare definizioni di genere per ciò che accade oggi nel mondo dei suoni. Una cosa è certa, Lusi, da molti anni, attraverso anche la sua dimensione di ottimo pianista che lo distingue, prosegue una tradizione compositiva che ha avuto, anche se con notevoli diversità stilistiche, autori quali Erik Satie, Sergej Prokofiev e Dimitri Shostakovic come massimi rappresentanti di un originale pianismo. Nelle 4 Visioni per pianoforte solo “Presso il vecchio Castello di Avella” ripercorre questa tradizione, così come l’aveva affrontata nel precedente lavoro dedicato alla sua terra natia la Sinfonia n. 1 per soli, coro e grande orchestra “Abellana”, altro grande affresco pieno di elementi extramusicali. Nella piccola raccolta che qui presentiamo il compositore inserisce nuovi elementi della scrittura musicale cosiddetta “extracolta”. Ciò emerge nella sapiente scelta degli andamenti ritmici o anche nella scelta di fraseggi ed armonizzazioni che stanno tra il classico e il jazz, tra il folklore e la musica pura. C’è poi una qualità che oserei definire più oggettiva o, se vogliamo, appunto, storica, che è quella di produrre opere pensate per pianoforte per raggiungere l’obiettivo di rinnovare il repertorio per questo strumento. Oderigi Lusi riesce ad usare la tastiera e le possibilità teniche ed espressive del suo strumento senza un filo di retorica o di mera ricerca del facile effetto. Tutto necessario, tutto semplicemente “essenziale” e splendidamente musicale. Le idee musicali si misurano con il palese ricorso a connotazioni implicite, con la forza espressiva dei suoni, con la capacità di emozionare, di rimandare, di pulsare, di alludere, di significare. Il tutto conseguenza intelligente di un pensiero musicale chiaro ricco di soluzioni armoniche non usuali e calato in una sapiente struttura in forma rapsodica. In estrema sintesi ravvedo una sorta d’intesa, di vicinanza, d’accostamento, mai vaghezza d’impressioni, ma anche voglia di sperimentare una complicata serie di operazioni dettate da automatismo immediato, alla ricerca di atmosfere particolari e significanti. Si rompono i tradizionali schemi del confronto, ed il discorso si arricchisce di una coralità frutto di cura, attenzione, competenza, rigore, tutti elementi che Oderigi Lusi ha saputo mettere in questi brani, aggiungendo un tassello nuovo alla letteratura pianistica contemporanea.

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