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Sinfonia n.1 op. 3 "Abellana"
 per soli, coro, orchestra sinfonica e ensemble etnico

 

 

 

 

"Un ritratto sonoro della città attraverso la sua natura, i luoghi storici e le sue rovine che, oltre il tempo, sono giunte fino a noi. La città conosciuta e decantata da Virgilio, ma anche la città in cui sono nato e ho passato la mia infanzia”.   Oderigi Lusi

                                                                          

  • MOVIMENTO I  - "Alle pendici del Partenio oltre il tempo"

Prolungamento verso occidente dell’Appennino meridionale,

il massiccio del Partenio si trova nel cuore della “Campania felix”.

Alle sue pendici nascono diversi centri storici tra cui Avella il cui nome è

legato, attraverso le fonti più attendibili (Plinio, Severio Mauro e Ambrogio

Leone), alla qualità delle nocciole che abbondano nel territorio.

 

  • MOVIMENTO II - "Il fiume Clanis, Nux Abellana"

Il fiume Clanis

Nato da una sorgente chiamata Bocca dell’Acqua, il fiume Clanio attraversava

tutto il territorio avellano per sfociare dalle parti delle sabbie del Literno.

Lungo il fiume, oggi diventato un torrente, diversi sono stati gli insediamenti

umani durante tutte le diverse epoche storiche, così come testimoniano i

diversi ritrovamenti quali grotte (era preistorica), acquedotto (età romana),

molini (medioevo). In virtù dell’attività dell’uomo nata intorno al fiume la

denominazione Klan (tribù) sembra la più attendibile rispetto alle diverse

altre (Clanion, Klanion).

 

Nux Abellana

Avella deve il suo stesso nome alla nocciola o, forse, viceversa. I latini chiamavano la nocciola nux abellana, o semplicemente abellana (il termine avellana fu coniato successivamente dagli spagnoli). E’ evidente, così come ci perviene dai trattati di Catone e Plinio circa la coltivazione del nocciolo (Corylus Abellana), che Avella fosse già famosa per la coltivazione del piccolo frutto con l’elmetto (dal greco kòris cioè elmo) più di duemila anni fa.

 

  • MOVIMENTO III - "Fidelitas, Cippus Abellanum"

Fidelitas

Nel lungo periodo di dominazione romana (399 a.c.), Avella meritò più volte la considerazione di Roma per la fedeltà mostrata in occasione della guerra di Pirro, delle guerre sociali (contro Irpini, Lucani, Sanniti e Pugliesi) e delle guerre di Spartaco.

 

Cippus Abellanum

Tra i più importanti monumenti epigrafici della lingua osca (solo successivamente il contado di Avella subì la dominazione del popolo etrusco e quindi “l’etruscanizzazione dei propri costumi, della politica e delle arti), il Cippus Abellanus, rinvenuto tra i ruderi del Castello Normanno, contiene in trentadue linee sulla fronte anteriore e in venticinque su quella opposta, il testo di una speciale convenzione, stipulata tra le città di Nola e di Abella, che mirava a regolare il comune uso delle aree circostanti un tempietto consacrato ad Ercole, posto nella zona di confine delle due città.

 

  • MOVIMENTO IV - "L'anfiteatro, la necropoli"

L’ Anfiteatro

Edificato intorno alla metà del secolo I a.c., rappresenta l’edificio storico meglio conosciuto e conservato di Avella. Lungo 60 metri e largo 35, risulta quasi grande come l’anphiteatrum di Pompei. Così come ci suggerisce l’origine greca della parola (amphi, intorno e jeatron, teatro spettacolo) è evidente che la struttura dava la possibilità di assistere a diversi spettacoli che andavano dai “gladiatoria munera” ossia i combattimenti tra i gladiatori, alle “venationes” o cacce di cui esistevano diversi versioni.

 

La Necropoli

I quattro mausolei funerari nella necropoli di Avella, edificati lungo le strade che uscivano dalla città con varie direzioni (Nola, Calatia, Abellinum), evidenziano come l’area archeologica in questione fosse, in epoca tardo ellenica e prima imperiale, un nucleo economico di considerevole spessore guidato da una potente classe nobiliare. Il sito è realizzato in “opus incertum”. In seguito agli scavi eseguiti è stata rintracciata una vera “via delle tombe” del periodo repubblicano.

 

 

  • MOVIMENTO V - "Oltre il tempo alle pendici del Partenio"

All' ombra del castello

Le prime notizie sulla presenza di una fortificazione ad Avella risalgono alla metà del IX secolo quando la sua posizione di confine espose la città a numerosi attacchi e scorrerie, come quella compiuta dai Saraceni nell’883. Situato su una collina dai fianchi scoscesi sulla destra del fiume Clanis a 320m di altitudine, il Castello ha sempre dato protezione ai propri occupanti durante i periodi delle diverse invasioni (Bizantina, Longobarda e Normanna).

 

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